Il Trapianto di rene

Il trapianto di rene non è di per se un intervento chirurgico molto complesso, sebbene le diversità anatomiche individuali nel ricevente e nel donatore richiedano l’opera di un chirurgo esperto.

Generalmente, l’intervento di trapianto dura dalle 2 alle 4 ore e può essere eseguito su pazienti di età compresa tra pochi mesi di vita fino a oltre 75 anni di età.

Il rene trapiantato è posizionato in una area diversa da quella del rene nativo e precisamente in una delle due fosse iliache, senza ledere il peritoneo.

L’arteria renale è anastomizzata all’arteria iliaca, mentre la vena renale alla vena iliaca esterna del ricevente. Infine, l’uretere viene impiantato nella vescica, in modo da fare fluire liberamente l’urina in quest’ultima.

Nella maggior parte dei casi, i reni nativi non vengono rimossi, a meno che non si ritenga che possano essere causa di complicazioni cliniche successive.

L’assegnazione dei reni resisi disponibili è effettuata dal Centro Regionale di Riferimento per i Trapianti secondo regole definite e condivise da tutti i centri trapianto regionali.

I criteri considerati per l’identificazione del ricevente

più idoneo sono:

la compatibilità HLA fra donatore e ricevente

la differenza di età e corporatura fra donatore e ricevente

il tempo di attesa in lista

l’anzianità di dialisi

eventuali motivi di urgenza

 

La percentuale di sopravvivenza ad un anno dall’intervento nei pazienti trapiantati con rene prelevato da cadavere si avvicina al 95% e la funzionalità dell’organo è del 91% negli adulti e del 100% nei bambini (trattati con terapia immunosoppressiva usando come farmaco principale l’FK 506).

Grazie all’FK 506 ed ad altri recenti farmaci immunosoppressivi, la qualità di vita dei pazienti trapiantati di rene è nettamente migliorata e l’aspettativa di vita è certamente superiore rispetto a quella dei pazienti in dialisi cronica.

Dopo l’intervento chirurgico il paziente trascorre alcuni giorni nel reparto di Terapia Intensiva (non in tutti i Centri) ed è poi trasferito nel reparto di Degenza Ordinaria.

La terapia antirigetto (o terapia immunosoppressiva) inizia durante l’intervento di trapianto e prosegue per tutta la vita del paziente trapiantato.

Prevede l’assunzione di alcuni farmaci combinati e somministrati in dosaggi appropriati in modo che siano inibite alcune funzioni del sistema immunitario, che altrimenti riconoscerebbero il nuovo organo come estraneo tendendo al suo rigetto.

L’efficacia del trattamento dipende dall’equilibrio ottenuto nel dosaggio dei farmaci assunti (secondo protocolli specifici adattati alle esigenze di ogni paziente) ed è verificabile con un monitoraggio periodico degli esami del sangue.

Per questa ragione e per verificare la corretta funzionalità del rene trapiantato, i pazienti trapiantati si sottopongono a visite di controllo periodiche presso l’ambulatorio post-trapianto.

A distanza di un anno dal trapianto è sufficiente una visita ogni 6-12 mesi.

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