Liste di attesa

Le liste di attesa rappresentano un fenomeno sociale comune a tutti i servizi sanitari, compresi quelli più complessi come i trapianti ed è solitamente percepito dai pazienti come una forte criticità del sistema. Una delle ragioni che determinano il formarsi delle liste di attesa è indubbiamente l’inadeguata offerta rispetto alla domanda. Ma a differenza di altri settori della sanità, dove il potenziamento strutturale, organizzativo, tecnologico e professionale può incidere sui tempi di attesa, per chi è in attesa di un organo ciò potrebbe non essere sufficiente in quanto la possibilità del trapianto è legata soprattutto ad un gesto di altruismo e solidarietà di un’altra persona, il “donatore”.

Iscrizione
Attualmente possono essere iscritti in lista di attesa per trapianto tutti i cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Possono essere iscritti in lista d’attesa anche pazienti stranieri o extracomunitari sempre purché assistiti dal SSN. Sulla base di indicazioni nazionali ogni centro di trapianto ha il compito di valutare l’idoneità clinica dei candidati che afferiscono al proprio programma di trapianto e di curarne l’iscrizione e l’aggiornamento in lista di attesa. Per i riceventi adulti (oltre i 18 anni di età), la richiesta di iscrizione in lista avviene attraverso un solo centro di trapianto della Regione. Di ogni paziente vengono forniti i dati anagrafici, clinici ed immunologici necessari. La valutazione immunologica è eseguita dal Centro Regionale o Interregionale Trapianti (CRT/CIT) e/o da laboratori di tipizzazione da questo delegati.

Il numero di iscrizioni consentite varia a seconda della tipologia di trapianto. Nel trapianto di rene ogni paziente adulto può iscriversi nelle liste di attesa di un centro trapianti della regione di residenza e di un altro centro trapianti del territorio nazionale, di sua libera scelta. Se la regione di residenza effettua un numero di donazioni inferiore a 5 donatori per milione di abitanti, il paziente può iscriversi, oltre che nel centro dell’area di residenza, in due altri centri di sua scelta (tre iscrizioni complessive). Nel trapianto di fegato, invece, ogni paziente può iscriversi in un solo centro di trapianto del territorio nazionale di sua libera scelta. Per gli altri programmi di trapianto (cuore, polmone, pancreas) pur non essendoci specifiche Linee Guida di riferimento, si tende a privilegiare la “mono iscrizione” sul territorio nazionale effettuata sempre attraverso il centro trapianti prescelto dal paziente. Per il trapianto di intestino ci si può iscrivere al momento solo presso i tre centri autorizzati sul territorio nazionale (Bologna – S. Orsola, Roma – La Sapienza, Milano – Policlinico).

Per i pazienti pediatrici (entro il 18° anno), essendo da anni istituita la lista unica nazionale per tutti i programmi di trapianto, è consentita una sola iscrizione sul territorio nazionale che viene effettuata da centro interregionale cui afferisce il centro trapianti scelto dal paziente.
Informazioni più dettagliate possono essere richieste ai centri regionali per i trapianti (CRT).

Quando un paziente italiano può farsi curare all’estero?
Quando le strutture italiane non sono in grado di offrire il trattamento di cui ha bisogno o quando i tempi sono troppo lunghi per poter effettuare l’intervento o le cure. In questi casi il paziente deve ottenere un’autorizzazione preventiva, presentando domanda presso la propria ASL di provenienza. Alla domanda va allegata una relazione del medico specialista che dichiari che l’assistito non può essere curato in Italia. Nella dichiarazione deve essere indicato anche il Centro estero prescelto per effettuare l’intervento o le cure. È necessario presentare, inoltre, ogni documentazione utile (cartelle cliniche, esami radiologici, pareri resi da specialisti, etc.) che possa giustificare il trasferimento all’estero. La ASL inoltra la domanda e la documentazione ad un ospedale denominato Centro di Riferimento Regionale (C.R.R.) entro 3 giorni dal ricevimento. Il C.R.R. valuta se ci sono presupposti per poter dare l’autorizzazione ed invia il parere positivo o negativo alla ASL entro 7 giorni dal ricevimento.

Fonte: Sito del ministero della Salute

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