Daniela – Doppia opportuntà

Ricordo, sempre, il primo incontro con il chirurgo che mi ha parlato concretamente della possibilità di ricevere una donazione di organi per un trapianto a cui volevo – e sottolineo volevo – sottopormi. Fu inappuntabile, realistico, – mi ripeto – concreto, franco e tremendamente onesto tanto da propormi di prendere in considerazione anche un altro centro in aggiunta a quello dove lui esercitava e da calcare le parole sul fatto che il trapianto poteva avere, per motivi diversi, esiti diversi da quello che mi aspettavo. Quel chirurgo è stato, da subito, il mio medico ed è tuttora (povero lui!) uno dei pochi, pochissimi medici che stimo.

Perché questa premessa? Perché qui, in un sito dedicato perlopiù all’emodialisi?

Io sono una di quelle persone che hanno avuto le opportunità grandi di arrivare ad un trapianto combinato di pancreas e rene, e di arrivarci rapidamente. Con quasi altrettanta velocità e non poche sofferenze di vario genere ho perso l’uso del rene e sono tornata in quel limbo terreno dal quale un uomo con un minimo di sensibilità, un minimo di logica e ancora un po’ di energia fa di tutto per scappare.

È vero, la dialisi ti tiene in vita, ma quale vita?
La tua?
No.

doppia opportunitàQualunque sia la tua esistenza, viene irreparabilmente sconvolta e devi aggiungere per un lungo sempre. Sicuramente ci sono luoghi e situazioni nei quali si soffre altrettanto e forse di più, ma in nessun altro caso ti adatti a vivere sapendo che dovrai soffrire ogni giorno in maniera maggiore, fino alla tua fine, che potrebbe essere ben lontana dal venire. Non è tanto il dolore fisico che spaventa, dolore che la grande parte dei malati cronici conosce bene e impara a sopportare, ma quello psicologico, emotivo tuo e altrui così continuamente palpabile in una sala di dialisi. Quello che è sempre in cerca di una speranza a cui aggrapparsi essendo cosciente che non ce l’ha. Il dolore che può lenirsi solo con l’attaccamento più morboso, e in quanto tale deleterio, alla vita che ti rimane.

Io sono fortunata.
Lo ripeto da sempre, e molti mi prendono per pazza, perché ho trovato in ogni attimo dentro me stessa uno o più motivi per continuare a combattere. Oltre al profondo, non solo istintivo desiderio di vivere una vita il più normale possibile che porto con me come un prezioso incitamento a non arrendermi mai, oggi mi accompagnano due realtà fondamentali per la mia battaglia: il pancreas che mi è stato donato e la certezza che posso sottopormi nuovamente al trapianto del rene.

Non so quante lacrime ho versato negli ultimi quattro anni: per la paura, per il dolore fisico, per le incertezze, ma mai tornerei sui miei passi, mai rinnegherei il desiderio ansioso che avevo nell’attendere il primo trapianto e che oggi ho nell’attesa del secondo. Il trapianto è una terapia, come la dialisi. E come tutte le terapie ha controindicazioni, effetti indesiderati, punti interrogativi da prendere in considerazione realisticamente prima di affrontarlo. Però, valutati i contro, i pro sono infiniti rispetto alla terapia dialisi. Due per tutti: nessuno vi impedisce di vivere una vita normale con i ritmi che il vostro cervello, il vostro cuore e le vostre forze vi indicano per giusti; quel “potrai mangiare quello che vuoi” che molti nefrologi buttano avanti per farti apprezzare i lati positivi della dialisi rispetto alle limitazioni nella dieta a cui sei costretto prima della tortura, e che tutti gli emodializzati sanno bene non essere affatto vero, con il trapianto ridiventa realtà.

Per dire tutta la verità, ci sono anche degli inconvenienti: ci si deve dimenticare l’invalidità del cento per cento perché non si merita più e anche il tagliando per il parcheggio e le zone a traffico limitato perché si può tranquillamente ricominciare a camminare e, senza esagerare, anche a correre!

Non so come viviate la vostra esperienza di dialisi, ma se avete un briciolo di energia da investire e non lo avete ancora fatto, impegnatela nell’informarvi sul trapianto. Ah, mi raccomando, non fermatevi al primo “No, non ti far venire strane idee, i trapianti nella maggior parte dei casi non riescono!” che è la menzogna più frequente detta dai medici della dialisi contrari al trapianto: cercate un dottore che sappia dirvi la verità sin dal principio. È la vostra vita futura quella di cui state parlando, non uno spettacolo a teatro o l’acquisto di un’auto.

Trovate il medico giusto.
Come ho fatto io: povero lui!

Daniela

Maggiori informazioni su questo tipo di trapianto, consigliamo la lettura del portale Centro Trapianti Rene Pancreas di Padova

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