Paolo, il combattente

…Quel sabato mattina, mi svegliai con un mal di testa terribile, non ricordavo di averne mai avuto uno così forte…
Ma era il compleanno di Laura la donna che amavo da sempre, e per un buffo scherzo del destino stava per diventare la mia seconda moglie.
Dissi a me stesso che era ora di farle un bel regalo e di portarla nella solita agenzia di viaggi dove avevamo comprato già biglietti per vacanze meravigliose e dove questa volta avrei comprato i biglietti più importanti della nostra vita…quelli per andare a vivere in Brasile…
…quel maledetto mal di testa non mi mollava…
Comprammo i biglietti e ci scambiammo mille promesse di felicità futura, eravamo al settimo cielo…stavamo per avverare di li a quattro mesi, il sogno di una vita splendida al caldo ed al sole … a soli 40 anni !!!
Trascorremmo nei preparativi e nel lavoro quotidiano, la nostra permanenza in questa nazione che ci iniziava a stare molto stretta… ma il destino era in agguato !
La mattina del 3 febbraio 2003 mi alzai dal letto come tutti gli altri giorni per andare a compiere la mia giornata di lavoro ed avviarmi verso il mio sogno di libertà, amore gioia, sole, mare e tanto altro ancora, che dopo un mese esatto si sarebbe avverato….
….ancora quel maledetto mal di testa…
Mi alzo in piedi…un sapore intenso di sangue nel naso e nella bocca…. una sirena che urla uno strazio insopportabile dentro la mia testa, mi accascio al suolo in un lago di sangue e perdo i sensi… ……
…bip…/…bip…/…bip…
L’aria ovattata asettica, una sensazione di svuotamento di pesantezza delle braccia, l’impossibilità di muovermi, poca luce dei neon che impietosamente illuminavano la mia sagoma, una voce….delicata, pacata, tranquillizzante…”il peggio è passato adesso devi riposare e non preoccuparti…per le domande c’è tempo, pensa a guarire…adesso dormi e riposa”.
Ricaddi in un torpore che non ricordo mai di aver vissuto così intensamente, ma ero vivo e sentivo intorno a me il movimento discreto di persone che come angeli si prendevano cura della mia persona e sempre quel monitor cardiaco,…bip…/bip…/bip…/ era rasserenante sentire quello che ritenevo fosse il suono del mio cuore e così mi riaddormentai.
Il terzo giorno di degenza nel reparto di rianimazione dell’ospedale, mi vide sveglio all’alba, iniziai a “sentire” me stesso e le forze che lentamente tornavano nelle mie membra, in pochi secondi un’ infermiera molto gentile mi fu vicino chiedendomi “come va Paolo ? “ … “confuso”… risposi con un filo di voce.
Come dicevo; era l’alba… l’alba di un giorno nuovo, di una vita nuova…sicuramente più difficile della mia “prima” vita…ma pur sempre degna di essere vissuta nel pieno di ogni istante, pensando ancora di poter fare mille cose, per me, per le persone che amo, per tutti coloro che chiedono un aiuto sincero, per tutti coloro che credono che la vita sia la più sacra delle benedizioni che Dio ci ha donato.
Per tutto questo, vivo e vivrò la “seconda” possibilità di vita che mi è stata donata, con il massimo impegno ed amore, perché è l’unico sistema che conosco ed è l’unico modo in cui voglio vivere.

Paolo Bertocchi

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