Verso Santiago

Un racconto dei Camminatori Dializzati e Trapiantati

 Alcune testimonianze del gruppo di camminatori partiti il 20 giugno 2014 alla volta di Santiago, per percorrere il famoso sentiero pellegrino. Potete conoscere di più collegandovi al gruppo su facebook Camminatori Dializzati e Trapiantati.

…e alla fine, bruciammo i pensieri.

Quando ho cominciato a camminare, in solitaria, nei dintorni dei miei paesi prima e delle cime più alte poi, mi sono sempre chiesto dove i miei passi mi avrebbero condotto. Devo essere sincero, nella mia vita la lentezza è sempre stata la mia compagna, un pò per la malattia, un pò per indole, mi sono sempre gustato i cammini e le esperienze che ho fatto, senza forzare le tappe e i percorsi da vedere.

Capita poi, che improvvisamente ti si presentino panorami che non hai mai notato prima, i tuoi passi si fanno più sicuri e meno incerti, affronti sentieri che prima non sapevi esistessero. Vedi montagne, all’orizzonte, che non avevi mai notato.
Cominci a notare in maniera più definita, il verdeggiante fogliame che ti circonda, il cambiamento degli alberi nelle varie stagioni. Ti godi il frusciare delle foglie in autunno, il croccante manto erboso congelato o coperto di neve d’inverno, i sentieri bagnati e i fiori nuovi della primavera, le cime più distante d’estate, quando il tempo è bello e permette lunghe passeggiate.

E poi spuntano le emozioni. Quelle che porti dentro e che rivedi negli occhi di chi come te, da tempo cammina in luoghi remoti. Incontro così Marco nell’ottobre del 2013. Si parla della sua esperienza nel sentiero del Cammino verso Santiago. Lui è trapiantato e lo ha appena fatto assieme a due amici dializzati, grazie ad ANED.
Mi chiedo se non fosse possibile ripetere l’esperienza, magari allargando il gruppo. Le cose si pensano poco e si fanno in fretta, creando da subito, grazie a Facebook, un immediato gruppo affiatato di persone. Da li a poco, ci troviamo per un weekend conoscitivo e per un escursione tra i colli bergamaschi.

Nel mentre, prepariamo assieme i dettagli, partenza 20 giugno 2014. I giorni e le settimane passano, ci alleniamo tutti. Ce la mettiamo tutta, postando foto e aneddoti su facebook, in un gruppo dedicato all’avventura, oltre che al nostro ufficiale.
Non l’ho mai detto, ma a volte il pensiero di mollare, mentre stavo percorrendo l’ennesimo “ventesimo km”, mi si è focalizzato. E lo ho ancora presente qui, sotto la pianta dei piedi! E’ incredibile, dopo mesi di attesa, è già arrivato il gran giorno.

Non è stato facile prepararsi, anzi, temo di essere sottotono. Nell’ultimo mese ho avuto parecchi impegni musicali e lavorativi, nonchè degli importanti eventi con la mia sezione AIDO. Non importa, la data è arrivata e comunque ho dato il massimo.
Ci troviamo tutti in aeroporto e come al solito, sono in ritardo. Arrivo per ultimo, trafelato, con mille paure “avrò preso tutto il necessario”, “non sforerò con il peso”, “le scarpe andranno bene”, “oddio non ricordo il mio nome”!

Scherzi a parte, il volo è partito e quello che ricordo sono un sacco di emozioni. Non i km e la fatica per farli, ma tanto l’umanità che avevo costantemente attorno, i sorrisi, i saluti. La cordialità trovata nonostante l’affollamento negli “albergue”, il silenzio e il rispetto nelle nottate in camerate con anche 100 persone. Un mondo diverso, quello del cammino, a misura di chi voleva affrontarlo nel rispetto dei suoi limiti.
Noi lo abbiamo affrontato così, con tanta naturalezza dopotutto. Consci del fatto che il nostro gruppo aveva un forte legame di esperienze comuni, l’aspettarci, lo spronarci. Anche incazzarci a volte, perchè maledizione, sono sul cammino e voglio finirlo nonostante la tendinite, nonostante la stanchezza, pur essento stati solo 120 km. La soddisfazione di entrare in Santiago tutti assieme, buttarsi sul selciato e ringraziare, ognuno a modo suo.

20140630_091608Abbiamo ancora una volta ringraziato, una volta tornati a Santiago, San Giacomo o chi per esso, per averci fatto arrivare fin li. Ricordo perfettamente la luce dell’ultimo tramonto, ho passato così la penu’ultima sera, in solitaria a passeggiare tra le vie caotiche di Santiago. In mezzo ad una miriade di accenti e idiomi diversi. Di musica, di risate, di nuove speranze.
Un arrivo insperato, lo devo ammettere. Il cammino è una cosa che ti rafforza l’anima, più che il corpo. Ti rafforza nelle tue convinzioni, nei tuoi atteggiamenti. Qualcuno o qualcosa, ti apre il cervello e lo “fertilizza” con idee nuove.

E poi ripartire, per vedere l’oceano, toccarlo. Assaporarlo in solitudine sulle rupi di Finisterre, sotto il grande faro che indica il grande mare. Un falò conclusivo, fatto di assi marcie, paglia secca, qualche pagina di diario, due paia di mutande (mie e di Marco Minali), i calzini dei ragazzini e chissà cosa altro è finito poi li dentro. Pensieri, sopratutto.E poi cerotti, e medicine.
I brividi mi percorrono ancora la schiena, a pensare alla fortuna Mia, di Marika, Mariella e Marco M. , Trapiantati di Rene da tanti anni, ancora capaci di fare tanti km. E di essere assieme a Carlo e Marco P, dializzati, che devono subire questa condanna anche in momenti così belli, gioiosi. Ci abbiamo dovuto lasciare per 3 pomeriggi, mentre loro facevano dialisi noi camminavamo ancora. Li abbiamo portati nel cuore. Era l’unica cosa che potevamo fare.

Il mattino è fatto per raccogliere le ultime conchiglie, mettere i piedi nell’oceano freddo, toccare la sabbia bianca della spiaggia. Fare due chiacchiere con chi resterà nei pressi ancora per qualche giorno. E poi via, sul nostro autobus che ci porterà all’aeroporto e poi di nuovo a casa, nelle nostre vite di tutti i giorni.

Grazie a Marco M. , Marco P. , Monia, Marika, Valentina, Carlo, Mariella, Mariagrazia e i nostri due piccoli accompagnatori, Giancarlo e Francesco. E’ stata un’avventura incredibile.

Mirko Dalle Mulle

MarcoPdopo il trapianto, farò il Cammino di Santiago

Spesso ho ripetuto a me stesso, a mia moglie e ai miei cari questa mia idea.

Convinto che solo allora avrei avuto la possibilità di organizzare un tale viaggio che avrebbe richiesto una lunga assenza da casa e che sarebbe stato possibile in quanto mi sarei finalmente svincolato dall’impegno trisettimanale della dialisi.

Un po’ era anche per guardare avanti, fissare un obiettivo su un periodo non definito ma che mi avrebbe dato una nuova prospettiva per questa mia nuova vita da dializzato.

Invece…..

Invece, lo scorso inverno, leggendo il Foglio Informativo pubblicato periodicamente da ANED ho appreso che un gruppo di persone (dializzati e trapiantati) guidati dalla Presidente ANED Valentina Paris, avevano percorso il Cammino da Leon a Santiago per ben 300km! A quel punto ho scritto all’ANED e la gentilissima Valentina Paris da quel momento è diventata un’amica e una compagna di viaggio, mi ha aperto una nuova prospettiva. Farlo ora!

Detto fatto. Già dal primo incontro con Valentina in ANED si parlato di come pianificare il prossimo Cammino, solo 120 km da compiere in 6 giorni però….

Ricevuto il benestare dallo Staff dei Nefrologi dell’Ospedale Bassini, un po’ stupiti, un po’ divertiti da questa mia decisione, felicissimo per questa possibilità, da quel momento ho cominciato ad intensificare il mio allenamento al Parco di Monza con sempre più frequenti camminate con zaino e bastoncini.

Mancavano ancora sei mesi alla partenza. Il gruppo era già praticamente definito – anche se per me tutti ancora sconosciuti – e circolavano già le mail con la check list per lo zaino. Poi quasi senza nemmeno accorgermene, e con alcuni patemi dell’ultimo minuto per via del nuovo lavoro, era arrivato finalmente il giorno in cui partire.

Zaino pronto, forse troppo pesante per via del Kayexalate e altri maledetti farmaci, forse poco allenato, forse non convinto, forse non ci riesco… poi salito sull’aereo era tutto finito, o meglio, tutto stava per iniziare davvero. Primi giorni di ambientamento a Santiago e prima notte in un ostello che mi ricorda la vita da militare di leva, prima cena con il nuovo gruppo e prime parole in spagnolo. Ci sentiamo tutti un po’ euforici e un po’ fuori luogo ma ci rendiamo conto che per molti di noi questo viaggio sarà un vero pellegrinaggio, una vera impresa.

Sul nostro zaino la nostra Concha con il motto “anche noi ce la possiamo fare” logato ANED, dentro la maglietta rossa simbolo comune della nostra impresa che indosseremo al nostro arrivo, le nostre medicine e l’appuntamento lungo strada con altri preziosi compagni di viaggio dei Centri Dialisi di Santiago e di Lugo.

E poi via! Prima tappa da Sarria a Samos in senso contrario al Cammino, tanto per scaldarci un po’. Chi dice 20 chi 28 km, poco importa, importa il fatto che lo stiamo facendo davvero, che davvero da dializzato, da una condizione che per molti di noi rappresenta un decadimento della qualità della propria vita Carlo ed io (dializzati), Marika, Mariella, Marco, Mirko (trapiantati) siamo qui in mezzo ad altri pellegrini che nulla sanno della nostra particolare condizione e che ti salutano come se da sempre ci conoscessimo “Buen Camino”!

Certo lo zaino pesa, i piedi e le gambe faticano e ti ricordano che anche se ti sei preparato per oltre 400km questo inverno al Parco di Monza, il Cammino è un’altra cosa. Ma siamo qui anche per questo, perché il Cammino è davvero un’altra cosa; diversa per ognuno di noi ma con la stessa forte motivazione a non mollare comunque mai e a darci una mano a vicenda per il gruppo che, completato anche da Valentina, Monia, Mary e i piccoli Giancarlo e Francesco, arrivi tutto insieme e compatto davanti alla Cattedrale… ma mancano ancora oltre 120km!

La seconda tappa da Sarria a Portomarin è forse la più pesante. Un po’ perché parte subito con salite impegnative e un po’ perché nel pomeriggio Carlo ed io dobbiamo anche trasferirci di corsa a Lugo per la dialisi, quindi non abbiamo molto tempo per riposarci.

Nella terza tappa Portomarin – Palas de Rei (22km) ci attende la pioggia.. ma che meraviglia camminare nei bellissimi boschi galiziani con questo clima. Ti rendi davvero conto che stai facendo il Cammino, la percezione di questa che per me è una “piccola impresa” è sempre più evidente e camminare sotto la mantella fa assomigliare la mia sagoma a quella dei veri pellegrini che secoli fa percorrevano queste stesse strade per rendere omaggio alle spoglie di San Giacomo.

Accompagnati lungo il percorso dalle frecce gialle e dalle pietre miliari che ti indicano il percorso in modo preciso (meno precisi sono i km che indicano ma tanto non è una gara e km in più o in meno non fa certo la differenza), ti puoi permettere anche momenti di completa solitudine immerso nei tuoi pensieri e nelle tue riflessioni.

Lo zaino pesa sempre meno, le gambe reggono sempre meglio la fatica e a fine tappa arriviamo senza grandi difficoltà e condividendo con Carlo e Mirko, piccoli momenti di grande amicizia e di confronto. Il Cammino è anche questo. Ognuno racconta un po’ di se, a se stesso e agli altri.

Quarta tappa Palas de Rei- Ribadisio (23km). Il clima è sempre fresco e umido.. “mica mi ammalerò per cosi poco… cammino e mi riscaldo” ci ripetiamo e con Marika e Monia allunghiamo il passo per riscaldare i muscoli. Anche questo pomeriggio ci aspetta la Dialisi a Santiago, quindi Carlo e io arrivati all’Ostello abbiamo giusto il tempo di una doccia e via…ci riposeremo durante la dialisi, ci consoliamo così!

Penultima tappa Ribadisio – O Pedrouzo (21 km) ormai Santiago è davvero vicina. Forse tutto sta passando troppo in fretta, forse fare “solo” gli ultimi 150 km non basta per sentire il vero spirito del Cammino ma mi dimentico che sono un dializzato e che più di così era difficile da organizzare. Ecco forse questo è il vero Cammino! Fare fatica a ricordarsi che sono in dialisi e questa che a me sembra ormai a questo punto una tranquilla passeggiata fra veri amici è per altri in realtà una vera impresa.

O Pedrouzo – Santiago, ultimi 20 km che scivolano via come non ti aspetti. Emozionante la sosta al Monte do Gozo dove inizia la discesa verso Santiago. Carlo e io vogliamo lasciare qualcosa fra i ricordi che i pellegrini depongono all’enorme monumento.

Ed eccoci finalmente in città. La periferia di Santiago non crea entusiasmo ma il gruppo ormai è ricompattato e in vista dell’arrivo alla Cattedrale è carico di euforia!

Ultimi metri, mano nella mano, tutti con la nostra maglietta rossa ideata da Marco, entriamo nella Plaza de Obradoiro…che emozione!Anche noi ce la possiamo fare! Anzi, ce l’abbiamo fatta!

Baci, abbracci, qualche lacrima carica di emozione e ringraziamenti per il tempo condiviso e la consapevolezza che orami la dialisi non è più la mia malattia ma è stata la mia opportunità per realizzare questa impresa. Al falò dove a Finisterre abbiamo bruciato i nostri simboli, Carlo e io abbiamo dato alle fiamme qualcosa che ci ricorda la Dialisi e un misurino di Kayexalate! Non si sa mai!

Buen Camino!

Marco Petrarca

sanitagoIl cammino………come esperienza d’amore….

Nutrita con gioia, passione e determinazione sin dall’attesa……anche quel tempo era gia’ cammino… Nella ricerca dell’opportunita’ per poterlo vivere….tra le varie opportunita’…..era gia’ cammino Vissuto con gioia ed entusiasmo sin dai primi passi, quelli compiuti durante tappe solitarie di allenamento tra i paesaggi piu’ vari….anche questo era gia’ cammino….
Esperienza di gratitudine profonda, a conferma del mio rapporto con la vita, condivisa con quei compagni che lo hanno reso speciale e unico….camminando insieme.
Esperienza di incontro profondo, di appartenenza a se stessi e ai propri passi che quotidianamente si sono affiancati a quelli dei compagni…da soli eppure in compagnia.

Esperienza che esprime la metafora della vita e l’essenza di cui i mie passi sono fatti…..al ritmo del battito del mio cuore e dell’ascolto del battito della vita.

Marika

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